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hotel diurno metropolitano

HOTEL DIURNO METROPOLITANO

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FAI e LUXITALIA INSIEME PER L’ALBERGO DIURNO SOTTO PIAZZA OBERDAN.

GIOIELLO DI ARCHITETTURA ART DECÒ FIRMATA PORTALUPPI, DOPO 90 ANNI GRAZIE AL FAI E LUX ITALIA CHE HA RICREATO IL SISTEMA DI ILLUMINAZIONE, È STATO RESO DI NUOVO ACCESSIBILE, PERMETTENDO A TUTTI DI VEDERE O ‘RIVEDERE’ UN LUOGO RICCO DI STORIA E DI BELLEZZA DELLA CITTÀ.

Gioiello di architettura Art Decò firmata Portaluppi, dopo 90 anni dalla sua inaugurazione grazie alla delegazione meneghina del Fai e Lux Italia che ha ricreato il sistema di illuminazione è stato reso di nuovo accessibile per visite, permettendo a tutti di vedere o ‘rivedere’ un luogo ricco di storia e di bellezza della città.

Il suo vero nome, Albergo diurno Metropolitano Venezia, per molti è fuorviante. C’è chi pensa sia un albergo ad ore per amanti, chi un bagno pubblico, in realtà, quando nel 1926 venne inaugurato, aveva una funzione importante per Milano e lo scopo di fornire vari servizi ai cittadini e ai viaggiatori. Il progetto viene firmato dall’Ing. Marcello Troiani, che insieme agli ingegneri Carlo Cavacini e Giuseppe Masini firma una convenzione con il comune, proprietario dell’area, e fonda la Società Anonima Imprese Metropolitane SAIM, che gestirà la struttura per circa sessant’anni.

I bagni vengono utilizzati fino agli anni ‘80, mentre la chiusura definitiva risale al 2003. Da allora il Diurno versa in grave stato di degrado, dovuto soprattutto alle infiltrazioni di umidità.

Era un vero e proprio precursore dei centri commerciali dell’era moderna, con i suoi i bagni pubblici (dieci gabinetti da toilette e 2 WC), dove si poteva anche andare per farsi una doccia o un bagno in bagni privati e per l’epoca anche molto all’avanguardia. C’erano infatti 30 cabine da bagno tra comuni e di lusso e 6 cabine per doccia con spogliatoio, e si avevano inoltre una serie di servizi per la cura del corpo, dal barbiere da uomo al parrucchiere per donna, alla manicure e alla pedicure, oltre ad altri servizi come l’agenzia di viaggio, il fotografo, la lavanderia, un servizio di dattilografia e altri servizi per il cittadino.

Negli anni 30’, la stazione centrale venne spostata dove sorge tuttora, e l’albergo diurno iniziò a perdere il suo appeal, ancora negli anni 60’ la costruzione della fermata di porta Venezia lì vicino non giovò alla struttura.

Dopo decenni di chiusura, il FAI decide di occuparsi di questo pezzo di storia milanese, che ha ispirato sicuramente la composizione degli spazi pubblici fruibili a cittadini e viaggiatori.

Entrando per visitare questo luogo del passato, sotto la polvere del tempo, è possibile visitare i negozi di barbiere, di parrucchiere, manicure, e pedicure, i bagni pubblici e le terme, che altro non erano che bagni dove potersi fare la doccia o il bagno in vasca in base alla tariffa pagata. Delle terme al momento è visitabile circa un terzo delle cabine, ma in futuro a seguito di eventuali lavori di ristrutturazione potranno essere visitati tutti e 48 i bagni.