Prendiamo un luogo industriale, meglio un’archeologia industriale, un luogo non luogo, uno spazio dimenticato indefinito, buttiamoci dentro la LUCE che identifica le forme, la Luce che definisce la tonalità del colore, la Luce che determina le emozioni, la LUCE, LUX come sapientemente indicano i Latini, e otteniamo la base necessaria per un’Idea.

Una volta acquisito lo spazio, determinato dal limite di una funzione, la suddivisione degli ambienti dedicati alle esigenze del vivere, del lavorare, scorre frenetica, ma allo stesso tempo logica e naturale. Utilizzando la luce come quarto elemento dimensionale, i volumi prendono la forma ideata e le superfici acquisiscono la loro matericità e, con la scelta dei colori, trasformano la definizione del limite di funzione, freddo e matematico, in un luogo caldo e avvolgente.

È necessario ideare gli spazi e le forme all’interno degli stessi, dosando con maestria la fonte di luce sia essa naturale o artificiale, ed è altresì necessario farlo simultaneamente così da restituire al committente l’emozione progettata.

Risulta quindi imprescindibile per un professionista degli spazi, conoscere le differenti fonti di luce e come la tecnologia ci aiuti a modellarla quasi come fosse materia essa stessa.

In questo elogio alla Luce, Il Design del corpo illuminante non è posto su un piano secondario, ma al contrario gioca una partita alla pari con la stessa fonte luminosa, l’una accarezzandone le curve dell’altro, l’altro riflettendo le tonalità calde della prima.

Il risultato è un progetto d’interior che restituisce una personalità tecnologica ma dai toni caldi, coinvolgendo in un’esperienza sensoriale coloro che ne vivranno gli ambienti.